GIZA REVEALS ITS EVOLVED GEOMETRY - GIZA PLATEAU PYRAMID COMPLEX NEW MEASUREMENT METHODOLOGY REVEALS TRUE PYRAMIDS DIMENSIONS - LOCATION - IN UNIQUE CONTEXT WITH INTERACTION BETWEEN THE 3 PRIMARY ELEMENTS - FOUND THE ORIGINAL PLANIMETRY - IVANO BETTATI 2021 - 2023 - 2024
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  Ivano Bettati
Early Egypt Architecture Surveys

GIZA PLATEAU PYRAMIDAL COMPLEX
Reveals the Original Floor Plan

A New measurement methodology beginning from the 3  reliablest survived "Heads of the Skein" to can trace the 2  Main Segments along the same axis and  till reaching the Original Floor Plan based on a Royal Cubits GCD Grid (platforms)  Cad Tolerance Setting 0,0000 m


The Multiple Interactions between the elements will provide countless yet unknown information about an extremely emancipated culture perpetuated through the Art of Building




- MATHEMATIC - GEOMETRY
- ARCHITECTURE / ENGEENERING
- TOPOGRAPHY
- MEASURE UNIT
- WEIGHT UNIT
- TIME DIVISION / CALENDAR
- ASTRONOMY
- WORSHIP / RELIGION
- PRATICAL AND COMMONLY USEFUL SOLUTIONS
- MATHEMATICAL PARAMETERS in the evident interactions with the Sacred Complexes external to the Plateau built during the previous Sovereignties
- The GEOMETRIC CRITERIA applied to the Topographic Maps of the territories will prove to be an irreplaceable source of data for the identification of new points of Archaeological Interest



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GIZA        
reveals               
        its E V O L V E D        
     G E O M E T R Y
     

                            NEW DOORS OPEN          
                         TO    EGYPTOLOGY        






IVANO BETTATI

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GIZA REVEALS ITS EVOLVED GEOMETRY - GIZA PLATEAU PYRAMID COMPLEX NEW MEASUREMENT METHODOLOGY REVEALS TRUE PYRAMIDS DIMENSIONS - LOCATION - IN UNIQUE CONTEXT WITH INTERACTION BETWEEN THE 3 PRIMARY ELEMENTS - FOUND THE ORIGINAL PLANIMETRY - IVANO BETTATI 2021 - 2023 - 2024
Ivano Bettati Copyright © 2025  




Il deterioramento conseguito ad una millenaria esposizione agli agenti atmosferici, agli innumerevoli episodi sismici, ai moti di subsidenza provocati dalla forza gravitazionale, ma più che mai alle deturpazioni perpetrate attraverso interventi umani di rimozione dei massi costituenti gli strati esterni di ognuna di quelle piramidi, fin dai tempi antichi, ne hanno condizionato drasticamente l'aspetto iniziale, e quanto peggio dissipato irrimediabilmente i punti di riferimento indispensabili a consentire di stabilirne le originali dimensioni, (già Amenemhat I, capostipite della XII Dinastia, appena 6 secoli dopo la loro edificazione, utilizza massi provenienti dalle costruzioni di Khufu e di Khafra a contributo per la edificazione della propria piramide a el-Lisht).

Ed ora ben 4,5 millenni sono trascorsi. Le condizioni climatiche influivano sul contesto ambientale, sugli stili di vita, sulla vegetazione ed in particolar modo sulla fluenza ed il percorso del Nilo, in modo diverso rispetto a come vediamo oggi quei luoghi. Lo stesso allineamento dei 3 corpi è stato condizionato da un apparentemente ininfluente spostamento stimato intorno ai 97 metri in direzione N-O, dovuto al moto perenne delle placche tettoniche, il processo di precessione ha altresì fatto il suo corso ed il moto rotatorio ha proseguito la sua quantomeno impercettibile fase di rallentamento. Non solamente le 3 piramidi si presentano "invecchiate" quindi, ma l'intero contesto intorno a loro si ritrova oggi nettamente rivoluzionato.

Nonostante ciò che rimane di quelle opere maestose abbia indubbiamente cavalcato tutti quei secoli in modo più che dignitoso, resta di fatto tuttavia che le vestigia si ritrovino al punto da consentire, oggi, nient’altro che ipotesi in merito alle originali fattezze ed alle reali dimensioni, basate essenzialmente su valori che, per quanto meticolosamente rilevati, elaborati, controllati e perfezionati, ritenuti infine univocamente “attendibili” da parte delle Autorità Archeologiche Ufficiali, non possiamo altro che ritenere allo stato della realtà, dogmatici, o da interpretare in modo “approssimativo”, nella piena consapevolezza di dover considerare per essi margini di tolleranza quantomeno rilevanti, se possiamo permetterci di definire in quel modo i pochi centimetri o tutt’al più decimetri avanti o indietro in un contesto di oltre 680.000 mq, limitati all’area di inclusione dei tre corpi primari, escluse le strutture annesse. Mancano i riferimenti attendibili, attorno a quelle costruzioni, per consentire di rilevare quote esatte, quelle indispensabili a poter stabilire se di un contesto unico si tratta, costituito da 3 corpi in relazione tra loro, (e rivelare informazioni), oppure no.

Non è mia intenzione contestare teorie che hanno indubbiamente impegnato, spesso duramente, emeriti storici ed appassionati evoluti i quali, mostrando acume ed abnegazione hanno contribuito in modo encomiabile alla rivelazione di infiniti aspetti che circondano questo complesso archeologico, già da secoli ritenuto di primario interesse globale, in effetti è solamente grazie a tutti loro che possiamo ambire ora ad affinare ulteriormente dettagli rimasti tanto a lungo in un limbo, quasi come a puntare il dito sulla nostra rassegnazione di fronte a quelle lacune apparentemente "impossibili” da colmare, che però, quasi mai sono irrimediabilmente tali, come ci hanno saputo dimostrare
ognuno di quei sommi predecessori, senza esclusione di quelli contemporanei tutt'oggi all'opera tra quei resti, i quali tutti indistintamente hanno saputo insegnare a mai indugiare sulla perseveranza delle proprie convinzioni.

Mancano i riferimenti essenziali lungo i bordi di quelle piramidi, niente più sopralluoghi col metro in mano pertanto, da parte mia, che non saprei certo fare meglio di quanto già stato fatto, e nemmeno intendo affidarmi alle più sofisticate tecnologie di misurazione come le strumentazioni di rilevamento a Scansione Laser, al Lidar, oppure alla Fotogrammetria, che in pratica riporta in seguito a processi di fusione di innumerevoli istantanee ed alla rispettiva conversione in mesh DTM (modelli digitali di elevazione), ad un panorama tridimensionale digitalizzato estremamente versatile da contemplare, offrendo prospettive multifocali, punti di vista illimitati fino a quelli impossibili nella realtà, come la visione simulata dal sottosuolo, comparare parti, entrare, uscire, attraversare ambienti e vedere attraverso elementi solidi opachi mediante una versatile gestione della trasparenza, offrire infine una estrema affidabilità nelle quotature in tempo reale. Cionondimeno i grafici 3D restituiscono ciò che in ogni modo è un modello digitalizzato complesso e dettagliato di quello che a tutti gli effetti è il contesto nello stato in cui si trova, senza nulla aggiungere potenzialmente a ciò che sono le reali vestigia affette dal decadimento e dalle loro deturpazioni. Una insostituibile fonte di dati preziosi per l'archeologia, risparmio di tempo e perfezione nei dettagli, archiviazione dei dati, controlli periodici dell'andamento di erosione o successivo ad eventi tellurici, ecc., ma, in definitiva, in questo particolare caso specifico, una copia fedele di ciò che è lo “stato attuale” oltremodo li da contemplare, tanto fedele quanto privo anch'esso di quei punti di riferimento andati perduti attorno a quelle piramidi, indispensabili a poter stabilire le esatte quote originali.

Indagini in loco, mappe topografiche, aeree, satellitari, immagini HD da droni a bassa quota, elaborazioni PS per la enfatizzazione di minuscoli dettagli, e l’applicativo di disegno tecnico AutoCad, la mia trentennale attrezzatura primaria di lavoro, (ma prima ancora era stato il tecnigrafo), che non tollera approssimazioni, ma soprattutto io non concedo tolleranze, qui. Ed è qui che i pochi centimetri avanti o indietro fanno una netta differenza tra la possibilità di avvalorare in modo inconfutabile una teoria o confutarne categoricamente la eventualità, lasciando in questo caso invariate quelle che sono tutt’ora ritenute solo “ipotesi umilmente accettate”, al vaglio di perenni dibattiti inevitabilmente volti ad interrogativi imperniati su palesi dogmatismi.
 Per cui niente approssimazioni, niente “quasi” né “più o meno”, e neppure gli invitanti “entro i limiti di 0,0001”, ma solamente tolleranze 0, impostate nel settaggio dell’applicativo di disegno tecnico per eccellenza, onde evitare un convoglio di zeri oltre la virgola, a 0.0000 m (al decimo di millimetro). Rimettere tutti i tasselli in ordine, in totale assenza di approssimazioni, come esige AutoCad, ma soprattutto come esigo io, nel caso in cui si riveli attuabile la mia metodologia alternativa, con il rischio sempre in agguato di dover bandire le ricerche e cestinare intere cartelle-dati, (anni di indagini).

Dunque la identificazione di un progetto iniziale, quello originale, qualora ne fosse stato mai concepito uno in contemplazione di un unico contesto, configurato in attinenza a determinate interazioni tra i 3 elementi primari attraverso specifici criteri matemateci e geometrici. Quello mi ha coinvolto in una prolungata, minuziosa e spesso complicata ricerca all’insegna di nuove metodologie di misurazione, in grado di consentire, (ridotto in termini estremamente concisi), la individuazione di quei 3 punti essenziali, affidabili,
i 3 “Capi della Matassa”, da cui poter "tendere 2 corde", (tracciare almeno 2 segmenti), disposti lungo lo stesso asse, ritenuti tuttavia approssimativi, di ampiezza tale da consentire, in seguito alla conversione in cubiti interi, (con scarti estremamente più irrisori di quanto auspicato, compresi tra lo 0,01 e lo 0,03%), una eventuale suddivisione in "gruppi di cubiti a numero intero" comuni ad entrambi, un Massimo Comune Divisore, (rivelando un coefficente largamente superiore a quanto auspicato), che si potesse peraltro distribuire uniformemente, in assenza di approssimazioni, (e qui ribadisco la concisione dei termini), lungo tutto l'asse perpendicolare. Identificare i parametri di configurazione implicati in quella ipotetica griglia MCD originaria lungo i cui segmenti avrebbero dovuto appoggiarsi i bordi perimetrali degli elementi (le piattaforme), in totale assenza di tolleranze, di discrepanze dimensionali e/o decentramenti in seguito alle innumerevoli verifiche attuate in sovrapposizione comparativa. Risalire per gradi dai Capi della Matassa all’intero contesto con la consapevolezza che ad ogni nuovo passo aggiunto tutto avrebbe potuto rendersi vano, la intera ricerca andare all'aria, imponendo l'abbandono qualora i 3 corpi fossero stati concepiti autonomamente, con parametri propri, indipendenti tra loro ed in assenza di correlazioni reciproche, (la incognita  alla quale già lo stesso Petrie accenna "...forse concepito in un contesto unico con interazioni tra i corpi...").

Se possiamo ora abbandonare tutti i dogmatismi finora attribuiti alla geometria del Complesso Piramidale di Giza, ed affidarci nelle future ricerche a dati concreti, esatti, significa che ---------------  non solo possiamo affermare che in un corpo unico è stato configurato il complesso di Giza, ma che le interazioni tra i corpi si moltiplicano, multiformi, e le innumerevoli informazioni che racchiudono, vagliate per ora solo sommariamente, spaziano tra i vari ambiti disciplinari di ordine scientifico, pratico, religioso tanto da poter riempire interi volumi didattici, fornire valori definitivamente attestati e dare forma a spunti oltremodo attendibili sulla individuazione di nuovi punti di interesse archeologico attraverso le mappe topografiche tracciate in attinenza ai nuovi parametri matematici.
Ivano Bettati Copyright © 2025